Giubileo del Centenario dell’Eparchia di Lungro degli Italo Albanesi dell’Italia Continentale

Alla Divina Liturgia ha partecipato il Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, che ha tenuto l’omelia (allegata).

Il rito, officiato da S.E. Mons. Donato Oliverio, Vescovo Eparchiale, ha visto la presenza del Presidente della Repubblica di Albania, che ha voluto fortemente essere presente dopo aver appreso della ricorrenza nel corso della sua ultima visita in Calabria di qualche mese fa, il Cardinale albanese Simoni,  i Vescovi della Conferenza Episcopale della Calabria, con il loro Presidente, S.E. Mons. Vincenzo Bertolone, alcuni Vescovi dell’Albania, il Vescovo Maurizio Malvestiti di Lodi, già Sotto-Segretario del Dicastero Orientale, ll’Esarca Apostolico di Grecia S.E. Mons. Manel Nin, numerosi sacerdoti e seminaristi della Calabria.

Prima dell’omelia è stata data lettura del Telegramma del Santo Padre Francesco a firma del Cardinale Segretario di Stato, mentre al termine hanno tenuto un discorso sia il Presidente dell’Albania, che ha ringraziato per la testimonianza di fede e fedeltà alle tradizioni del Paese di origine, e il Cardinale Simoni, che detto di aver sentito «gli angeli scendere nella liturgia accanto a noi, a gioire per la fede gloriosa di un popolo che si preserva in un mondo che, pur libero di professare la propria fede, sembra invece aver dimenticato Dio».


Omelia del Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, nella Divina Liturgia Pontificale per l’apertura del Centenario dell’Eparchia di Lungro – Cattedrale di Lungro, mercoledì 13 febbraio 2019 A.D. 

Eminenza Reverendissima, Cardinale Simoni,
Eccellenza, Signor Presidente della Repubblica di Albania,
Eccellenza Reverendissima, caro Vescovo Donato,
Eccellenze Reverendissime, Arcivescovi e Vescovi,
Mons. Vincenzo Bertolone, Presidente della Conferenza Episcopale della Calabria
Mons. Maurizio Malvestiti, già Sotto-Segretario della Congregazione per le Chiese Orientali,
Distinte Autorità, Civili e Militari,
Reverendi Sacerdoti, Diaconi, Religiosi e Religiose,
Sorelle e fratelli nel Signore!

“Noi, quindi, che sin dall’inizio del nostro pontificato avevamo tanto a cuore la chiesa orientale e meditavamo cosa si dovesse fare per venire incontro con più fermezza alle necessità e al giusto decoro della chiesa universale e delle altre Chiese particolari, intuendo la opportunità del momento, raccomandammo caldamente la sunnominata proposta (la creazione dell’eparchia, ndr)e la ritenemmo valida, perché pienamente consona alla nostra deliberazione. Per cui noi, con piena apostolica autorità, decretiamo che venga canonicamente istituita immediatamente la diocesi di rito greco in terra di Calabria.” (Benedetto XV, Bolla Catholici fideles)

1.Lo Spirito del Signore ci ha riunito quest’oggi per iniziare attraverso questa solenne Divina Liturgia le celebrazioni del Centenario dell’Eparchia di Lungro: proprio cento anni fa come oggi, il Pontefice di venerata memoria Benedetto XV, dopo un percorso lungo e uno studio fatto a più riprese all’interno delle Congregazioni romane, erigeva questa Chiesa particolare, e di lì a poco avrebbe nominato l’archimandrita Giovanni Mele come primo Vescovo. Siamo grati a Cristo che nella Chiesa sua Sposa, attraverso il ministero dei Successori dell’Apostolo Pietro, si è preso cura del vostro popolo, che in tanti momenti ha dovuto soffrire ma mai è venuto meno alla fierezza della propria fede e dignità. Nel cuore facciamo scorrere le diverse tappe della vostra storia, quella comunitaria, e quella delle singole famiglie: con noi gioiscono dal cielo questa sera tutti coloro che ci hanno trasmesso la fede con la loro vita prima ancora che con le loro parole, in particolare pensiamo ai Vescovi, ai sacerdoti, alle religiose, accanto ai genitori e nonni che hanno custodito il focolare domestico. E nel desiderio già anticipiamo la gioia di poter incontrare il Santo Padre Francesco, nel prossimo mese di maggio, quando vi accoglierà a Roma per confermarvi nella fede: siate numerosi, invitate anche gli indecisi, perché quel momento sia una testimonianza dinanzi all’intera Chiesa e società italiana della ricchezza della diversità nell’unità, del valore dell’accoglienza che lungo la storia ha reso grande questa nostra patria nel ricevere popoli dai suoi confini e nel vedere tanti suoi figli entrare in altri Paesi del mondo per vivervi in pace e contribuire alla costruzione del ben comune. Preghiamo anche per l’Albania, che nel Cardinale Simoni qui presente ha un figlio tanto nobile, reso tale dalla sofferenza patita per l’adesione a Cristo e il servizio alla dignità dell’uomo: l’ormai ritrovata piena libertà della Nazione – che salutiamo nel suo Presidente – da cui provennero in diverse ondate gli arbëreshe cresca con quel riferimento certo a Dio che per lunghi anni la dittatura volle sradicare dalle menti e dai cuori.

2. La memoria grata del passato e la sapienza nel vivere il presente ci è infatti suggerita dall’Apostolo Pietro nella lettura che è stata proclamata: in questo Giubileo dell’eparchia dobbiamo crescere nella capacità di essere riconoscenti per il dono della grazia di Dio che ci ha preceduto e sempre ci accompagna. All’origine sta infatti la Parola di Dio, che crea la terra e raduna un popolo donando la vita. Egli non si è dimenticato di voi: “Il Signore non ritarda nel compiere la sua promessa, anche se alcuni parlano di lentezza”. San Pietro parla di questa lentezza in riferimento al giorno del ritorno glorioso del Signore, la “beata speranza”: chi conosce però la storia delle Chiese Orientali cattoliche sa anche che è stato necessario un lungo cammino di consapevolezza per far comprendere come la Chiesa Cattolica, universale, in sé stessa non sia soltanto latina, bizantina, caldea, ucraina..ma sia “una” proprio perché risplende di diversi colori e tradizioni suscitate dal medesimo Spirito, che insieme gridano e professano “Gesù è il Signore!”. La stessa nostra Congregazione come l’Eparchia di Lungro è figlia della lungimiranza del medesimo Pontefice Benedetto XV: egli giunse a quelle determinazioni ponendosi in attento ascolto della storia dei popoli e della loro fede. In un mondo lacerato dal conflitto mondiale, che schiacciava e uccideva, egli prese diversi provvedimenti tesi a preservare la dignità e la storia di molti, tra i quali siete anche voi, cari fedeli italo-albanesi dell’Eparchia di Lungro. La vostra piena maturità ed identità ecclesiale, riconosciuta ufficialmente cento anni fa, non deve essere pensata come un punto di arrivo, ma come la possibilità di ricominciare ogni giorno ed ogni tappa della vita insieme a Cristo e per Lui: i sacramenti che vengono celebrati, la prossimità ad ogni famiglia, l’attenzione ai più poveri, l’accompagnamento delle giovani generazioni con la grande sfida educativa che tutti ci coinvolge, sono le dimensioni in cui coltivare il suggerimento dell’apostolo Pietro. Da un lato egli ci invita a “non venir meno nella vostra fermezza”, ed insieme a “crescere nella grazia e nella conoscenza del Signore nostro e Salvatore Gesù Cristo. A Lui la gloria ora e nel giorno dell’eternità”.

3. Anche il Vangelo ci interpella in questo giorno di festa: Gesù mette in guardia infatti proprio coloro che si sentono arrivati nella vita di fede. Lo erano i figli del popolo d’Israele di allora che pensavano di rinchiudere la promessa di Dio entro un recinto soltanto umano, ma è un rischio che attraversa ogni tempo della storia umana. Accade quando l’uomo si sente certo di “possedere” Dio e rimane chiuso all’imprevedibile azione della grazia, anche accampando motivazioni apparentemente religiose. Dio ti chiede invece ogni giorno di uscire dalle tue certezze, come Abramo, per andare incontro a Lui: la vita del cristiano è rimane quella di un discepolo che continua a camminare dietro l’unico Maestro, Signore e Pastore delle nostre anime. Le terre che oggi abitate sono testimoni di come la promessa del Vangelo sia viva e pronta a compiersi: esse hanno accolto i vostri avi, che venivano dall’oriente, e che si sono seduti alla mensa del regno anche dentro la nostra Italia. Nelle terre toccate dal Mare Mediterraneo, nel corso dei secoli, accanto purtroppo ad episodi di guerre e di violenza, ci sono state non poche occasioni in cui alla sofferenza di un popolo abbia sopperito l’accoglienza e la solidarietà di altri popoli. L’occasione del centenario dell’Eparchia di Lungro ben si colloca allor nello spirito dell’incontro di pace e spiritualità delle Nazioni che si affacciano sul Mediterraneo che la Conferenza Episcopale Italiana ha programmato per il prossimo mese di novembre a Bari dal titolo Mare Nostrum. Preghiamo sin da oggi affinchè sia un momento di grazia per tutti questi popoli. 

4. Invochiamo l’intercessione della Tutta Santa Madre di Dio, Maria Santissima, l’Odegitria, la conduttrice in via: contemplando la sua vita e la sua disponibilità operosa nel compiere la volontà di Dio continuiamo con gioia e speranza il nostro pellegrinaggio terreno. Da un lato, con la fede e la speranza ricordateci dall’apostolo Pietro, “aspettando secondo la promessa nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia”, dall’altro impegnandoci a vivere la carità nel quotidiano ciascuno come seme e fermento del regno nell’ambito della propria vocazione. Con Maria ripetiamo il cantico di lode: “L’anima mia magnifica il Signore, perché ha guardato all’umiltà della sua serva!” Eccoci Signore, siamo i tuoi servi, avvenga di noi secondo la tua parola. Amen!

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